Rita e Dario, Caserta

Chissà quando riusciremo a sposarci? Sono già tre volte che proviamo a fissare una data! Dovevamo sposarci il 30 maggio 2020 a Caserta, in piena primavera. Avevamo tutto pronto!

R.: Il 21 febbraio è il compleanno di Dario. Quest’anno avevamo deciso di festeggiare a Londra, dove vive il fratello. Proprio il 21 febbraio, in Italia, si è saputo del primo caso di COVID-19. Scoppia il caos mediatico proprio durante il fine settimana in cui noi siamo in Inghilterra. Inizialmente abbiamo pensato ai soliti allarmismi a cui certi giornali ci hanno abituato. La domenica però, mentre rientravamo a Bologna dove viviamo, arriva il messaggio dalle mie colleghe: scuole in Emilia-Romagna chiuse per una settimana. Questa notizia comincia ad allarmarmi, ma ancora non immaginavamo nemmeno lontanamente quello che sarebbe successo.

D.: Decidiamo di scendere a Caserta per continuare con i preparativi del matrimonio. Era inizio marzo ed ancora eravamo convinti che in poche settimane tutto si sarebbe risolto. Durante quella settimana abbiamo stabilito gli ultimi dettagli la mise en place, il menù, abbiamo ritirato le fedi. Eravamo davvero soddisfatti! Due giorni dopo il nostro rientro a Bologna hanno chiuso le regioni. Per poco non siamo rimasti bloccati in Campania!

Tutto il mese di maggio è stato un po’ malinconico, per tante ragioni oltre al matrimonio rinviato.

R.: Io sono una persona molto emotiva e durante la quarantena ho sentito di aver perso il contatto con la realtà. Non uscivo mai di casa, se non per buttare la spazzatura o qualche volta fare la spesa. Queste azioni quotidiane, che prima spesso e volentieri delegavo, erano diventate l’unico appiglio ad un modo di vivere che mi mancava tantissimo. Sono educatrice di scuola primaria e la cosa che più mi è mancata in assoluto è stato l’abbraccio dei bambini. Chi non fa questo mestiere forse farà fatica a capire, ma non c’è nessun lavoro al mondo in cui, quando tu entri, vieni circondata da abbracci! È qualcosa di potentissimo a livello emotivo! Inoltre, seguo un bambino autistico ormai da sei anni, che è diventato la mia vita, quasi come un figlio. Non vederlo mi ha messo a dura prova. Il mio bimbo è un golosone, gli piace molto sia cucinare che mangiare. Mi sono ingegnata a preparargli delle video-ricette che lui poteva guardare e poi replicare con la mamma. Ma nonostante questi tentativi, stargli vicino è stato davvero molto difficile. I genitori erano disperati perché non c’era nulla che riuscisse a farlo stare tranquillo, se non la cucina, il cibo. Durante la quarantena, ai bambini con autismo è stato concesso di uscire di casa nel tentativo di aiutarli a controllare l’ansia che, in particolare a loro, la situazione stava generando. Si potevano riconoscere perché indossavano un nastrino blu, colore associato a questa patologia. Questo bimbo, che è comunque un bambino ad alto funzionamento, non voleva andare, era spaventato dall’idea di fare una passeggiata fuori casa perché c’era il virus

D.: Io sono una persona piuttosto cinica e razionale, per cui ho reagito in modo piuttosto freddo anche difronte al fatto di dover rimandare il matrimonio. Mi è dispiaciuto, certo, ma non mi sono concesso molto spazio per la tristezza. Ho reagito, come faccio di solito, cercando di risolvere tutti i problemi che man mano si presentavano. Anche perché per me era fondamentale riuscire a farmi forte per dare forza a Rita. Sono un militare di ruolo, per molto tempo ho vissuto solo, e sono abituato ad affrontare situazioni in cui è necessario mettere da parte l’emotività.

Adesso che la nostra quotidianità sta riprendendo e che le cose sembrano evolvere abbastanza bene stiamo recuperando l’entusiasmo per i preparativi del nostro grande giorno. Siamo avidi di libri, da cui siamo circondati! I libri non potevano che essere il tema del nostro matrimonio, dal centro tavola, alla sessione fotografica in una piccola libreria indipendente, e persino la bomboniera. Abbiamo preparato una raccolta di poesie da regalare ai nostri invitati. Vorremmo concludere proprio con una breve poesia di Catullo, che ci siamo letti durante il nostro primissimo incontro:

Odi et amo

Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e mi tormentato